Sigla
Rieccoci. C’eravamo lasciati col PD spaccato per via del voto sul riarmo in Europa, e pure per quell’innato senso dell’opposizione che una corrente del partito deve sempre esercitare nei confronti della segretaria o del segretario di turno.
Quel voto non ha creato spaccature solo nel PD, ma in generale in tutto il fronte politico italiano. Potremmo dire che è un voto che ci spacca come società. Non che io, e voi, si abbia una qualche voce in capitolo, ma il senso di essere pro o contro la cosa ci definisce, in fin dei conti.
Sono pro in quanto nella situazione geopolitica attuale non disporre di un adeguato sistema militare di difesa è improponibile. Ritengo che l’Italia debba stare al fianco degli alleati europei, e per farlo deve investire in armamenti.
Sono contro perché ritengo che armarsi è ossimoro di perseguire la pace. La corsa agli armamenti e la conversione di parte dell’economia in economia di guerra porterà al solito guadagno di pochi, e a che prezzo? Con soldi trovati facendo debito pubblico, un deficit che di solito siamo così restii a fare per investire massivamente in istruzione, sanità, ricerca, occupazione.
Manifestazione
Questa moltitudine di sentimenti si è riversata in una piazza, sabato scorso a Roma. In 50mila, secondo gli organizzatori, erano presenti a Piazza del Popolo per un’iniziativa partita dal giornalista Michele Serra per inneggiare all’Europa. Messa così, vi renderete conto, significa tante cose e nessuna in particolare.
L’iniziativa nasce spontanea. Serra scrive alcuni editoriali dicendo che bisognerebbe fare una manifestazione per sventolare la bandiera europea. Molti gli mandano mail, la cosa prende piede e concretezza, nel giro di un mesetto si tiene la manifestazione.
Pro o contro il riarmo? L’idea è solo quella di celebrare l’unità europea, anche se la posizione di chi la manifestazione l’ha organizzata, M.Serra appunto, è tendenzialmente favorevole. La percezione, quindi, è che la manifestazione sia a sostegno dell’Europa, anche quando i vertici UE decidono di stanziare 800 miliardi per il riarmo.
Eppure, nonostante il tema sia così divisivo, tutti, parlando delle forze di opposizione, sentono il dovere di andarci, accogliendo soprattutto la volontà di inneggiare all’Europa unità. Riguardo alla questione del riarmo, invece, ognuno si regola da sé. I sindacati, ad esempio, prendono parte ma sventolando la bandiera della pace. Il Movimento 5 Stelle preferisce non partecipare.
Separati, ma insieme
La manifestazione è riuscita, certo, ma a livello di facciata. Rimane la chiara sensazione che le varie anime della piazza restino su posizioni difficili da conciliare. In quella spaccatura la premier Giorgia Meloni, la cui maggioranza non è certo più unita sul medesimo tema del riarmo, si è spietatamente inserita spargendo sale sulla ferita.
In settimana la premier è intervenuta al Senato e alla Camera per dare conto della posizione tenuta nell’ultimo Consiglio Europeo (quindi per spiegare la posizione dell’Italia rispetto alle ultime decisioni dell’Europa). Nel discorso alla Camera Meloni crea tumulto tra i deputati con un intervento fatto apposta per alterare gli umori (e, come spesso accade, distogliere l’attenzione dal punto).
Cita la manifestazione di sabato, quella di Serra, e dice che dal palco si è citato spesso il Manifesto di Ventotene. Un documento del 1941 che propone l’unità politica dei paesi europei. Un’idea rivoluzionare a quell’epoca, pensata da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi (con il contributo di Eugenio Colorni), tre confinati dal regime fascista presso l'isola di Ventotene, dove idealmente si ritiene che sia nata l’Unione Europea.
Meloni prende dal testo frasi decontestualizzate, anche modificate finemente, trasformandolo, con un mirabile lavoro di copywriting, nel manifesto del partito bolscevico. Cita, ad esempio, l’abolizione della proprietà privata, l’educazione dei popoli necessaria al funzionamento della democrazia, la formazione di un partito rivoluzionario che pratichi la dittatura. Insomma dipinge un quadro da peggiori dei dei mondi possibili, almeno per lei.
La lettura della premier è volutamente faziosa e solleva l’immediato sdegno della Camera. Ora non ci mettiamo ad approfondire parola per parola quali sono gli errori in malafede, credo basti citarne uno in particolare: dimenticarsi volutamente che i tre signori di cui sopra (Spinelli, Rossi e Colorni), in piena II guerra mondiale, con diversi percorsi politici (seppur tutti a sinistra), hanno saputo immaginare l’assetto politico che l’Europa più avanti si è data, e che ancora la caratterizza, e hanno parlato di unione quando questa era impensabile.
Altro che dittatura, è un Manifesto di libertà dai nazionalismi attraverso la creazione di un soggetto politico internazionale, quella che oggi chiamiamo Unione Europea.
Sia come sia, la sparata di Meloni è talmente grossa che ogni forza politica è chiamata a un commento. Il che offre alla premier un weekend all’insegna del vittimismo, contro la deriva anti-democratica delle opposizioni insofferenti a un’analisi del testo diversa dalle loro. Il PD, per non farsi mancare nulla, sta organizzando una gita di mezza giornata sull’isola pontina per portare un fiore sulla tomba di Spinelli. Perché di questi tempi non c’è pace neanche per i morti.
Letture
Il campionato di calcio del Vaticano.
Natalia Aspesi intervista Jovanotti.
Bari avamposto della Space Economy italiana.
Altre Notizie
Oltre le chiacchiere, quelle che qui chiamiamo polemichette, due votazioni da segnalare:
il governo boccia le mozioni delle opposizioni sul sovraffollamento delle carceri, il ministro della Giustizia Nordio non si è nemmeno fatto vedere per la discussione in aula. Finora l’esecutivo ha fatto molto poco sul tema, e da inizio anno già 20 detenuti si sono tolti la vita nelle carceri italiane.
il ddl intercettazioni è diventato legge: potranno durare al massimo 45 giorni, con poche eccezioni, e si potranno prolungare solo con motivazioni specifiche. Una novità che, secondo le opposizioni, metterà un freno a molte inchieste importanti, mentre per la maggioranza eviterà gli abusi e le violazioni della privacy da parte degli inquirenti.
La Corte costituzionale ha annullato il divieto per i single di adottare bambini all’estero.
Totti a Mosca, ed è pioggia di critiche.
Social
Colpirne uno per educarne cento. Giorgia Meloni querela il comico Daniele Fabbri, reo di averla chiamata puzzona nel 2021. Richiesta di risarcimento per danni morali: 20mila euro 🤡.
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