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Buondì. Prima della solita carrellata di notizie voglio fare un appunto su questa roba qui:
Elon Musk fa il saluto fascista (saluto romano, nazista…come vi pare, sappiamo tutti di cosa parliamo) alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente Usa Donald Trump. Musk è sostenitore/consigliere del già citato, e avrà un ruolo nel suo governo, non è ancora noto quale ma è bene sottolinearlo perché questo ci toglie dall’ambiguità di definire Musk un semplice imprenditore (oltre che uomo più ricco del mondo). Musk s’appresta a essere anche homo politicus.
Musk è un fascista? Forse no. Ho lavorato per oltre 5 anni nel settore tech, certo in aziende nemmeno lontanamente accostabili a Starlink, Space X, Tesla (per citare alcuni gioiellini della corona di Musk). Tant’è, dopo un anno di terapia e qualche spesa resa possibile coi soldi guadagnati in quelle aziende, dico che quegli anni non li rimpiango.
L’idea che mi son fatto delle persone che lavorano in quel campo è la seguente: niente di più lontano dalle ideologie, solo soldi e robot. Destra e sinistra sono categorie ultra-sorpassate, ma anche la pietà umana è poca cosa. I superiori avrebbero venduto droni all’esercito israeliano, se gliene fosse pervenuta la richiesta (ripeto: non erano aziende così importanti).
Il ragionamento è semplice: io creo un supporto tecnologico, poi se il cliente lo utilizza per farci nefandezze non sono cazzi miei. I soldi sono il minimo comune multiplo, nel rapporto con la tecnologia invece ho notato delle differenze tra le varie persone: alcuni erano calati nel determinismo tecnologico più totale, le macchine come unica possibile salvezza di questo reo mondo, incapaci di allacciarsi le scarpe prima di guardare un tutorial su YouTube; altri, credo per una sorta di sazietà, nel tempo libero preferivano tutto tranne che stare al computer. Tutto, tranne che star dietro alla politica. Dire “sindacato”, ad esempio, in quell’ambiente è come parlare di stegosauri e triceratopi.
*nota per qualche ex collega all’ascolto: vi voglio bene, è solo un punto di vista tagliato con l’accetta.
Dunque, seguendo questo mio (mal)trattato antropologico, prendendo ad assunto la dicotomia imprenditore tech / ideale politco, Elon Musk non può essere fascio, e manco tutto il resto.
Il suo gesto, invece, rievoca precisamente il fascismo. L’intento è provocatorio, vuol far agitare la parte avversaria, far parlare di quel gesto piuttosto che di altro, e ci è riuscito benissimo.
Tuttavia esiste anche un contesto in cui Musk si muove, e in cui tutti noi siamo immersi. Il supporto a un presidente, Donald Trump, che durante il primo giorno di lavoro ha firmato decine di ordini esecutivi tra i quali:
la grazia per 1500 e passa persone arrestate con l’accusa di aver assaltato il Campidoglio americano nel 6 gennaio del 2021, uno dei (forse il) più grave attacchi alla democrazia statunitense di sempre;
blocco d’ingresso ai richiedenti asilo al confine col Messico;
no alla cittadinanza statunitense per i bambini nati su suolo americano da persone migranti senza permesso di soggiorno (anche se questa è una norma anti-costituzionale, quindi passibile di inefficacia);
affermazione dell’esistenza di solo due generi, maschio e femmina. Eliminazione dei cosiddetti programmi di diversità, equità e inclusione, che erano stati introdotti per tutelare i gruppi minoritari nelle procedure di assunzione e nella formazione.
Uscendo dallo spettro dei decreti a stampo fascista/razzista/omotransfobici, Trump non ha scontentato gli amati complottisti firmando: l’uscita degli Stati Uniti dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) e dagli accordi sul clima di Parigi (quindi eliminato alcuni incentivi sulle energie rinnovabili e allentato le regole che limitano le trivellazioni).
Ora, se anche Musk sia un post-ideologico burlone che si diverte a fare il saluto fascista per far arrabbiare le piccole e impotenti zecche di sinistra, cosa dovrebbe trattenermi dal definire questo gesto il simbolo di un ulteriore (no, non definitivo, il peggio deve ancora venire) sdoganamento di un modo di pensare e di agire di stampo, squisitamente, fascista?
Secondo i prudenti divulgatori del web dovrebbe trattenermi il dubbio che Musk non stesse facendo un gesto disgustoso, ma stesse “inviando cuori alla platea”. Tenete, questo è il mio cuore, ve lo lancio.
Ci siamo abituati a tutto, che altro dire. A voi simpatici commentatori figli di padre sarcasmo e mamma apatia, il sangue non vi bolle manco se vi infilano in forno a 200°. A voi debunker di ciò che non può essere frainteso, con le facce rilassate e sicure di chi alla fin fine sta sempre parlando di cazzi non propri, ditelo alla signora nicaraguense che piange alla frontiera perché il suo visto d’ingresso non vale più una ceppa, spiegateglielo che Musk lanciava il suo cuore anche a lei.
Non sono un pasionario, non lo sono mai stato. Ma guardo il telefono e scopro di essere circondato da persone che osservano il liquido giallastro che questi “uomini di potere” stanno schizzando sulla nostra società, osservano e pretendono di convincermi che non è urina ma pioggia.
Avviandomi alla fine (che pippone esagerato oggi, lo so) voglio citare un’altra newsletter, quella di Valerio Renzi che è esperto di destra (anche extraparlamentare) italiana. Parla, in quel numero che cito, della finestra di Overton che è “quello spazio nel quale un’idea è ritenuta accettabile dalla società, e quindi può passare dal dibattito pubblico e mediatico ad avere una sua concretezza”.
“Lo spostamento di un’idea da “impensabile” a “sensato”, è spesso lungo decenni, o almeno anni. L’accelerazione che Elon Musk ha invece impresso, spostando quello che fino a qualche settimane fa sembrava assurdo a normale, e quello che sembrava impossibile a dati di fatto, credo sia oggettivamente una novità”.
E infine un esperimento: provate a chiedere al primo bambino che avete a disposizione (io, ad esempio, ho scoperto sta roba da amico/prof di musica e trovato conferma da splendida nipotina) se in classe un’amichetta/o lo abbia mai sfidato a intonare un “fa-fa-fa-mi-re-do” alla diamonica, ossia l’inizio della partitura di Faccetta nera. Stupidate da bambini, certo, come quelle di Elon Musk.
Altre Notizie
Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini continua a montare il caso “sabotaggio” contro la mobilità pubblica. Siamo alla farsa.
E a proposito, l’Italia in settimana ha scarcerato e disposto il rimpatrio in Libia di Njeem Osama Almasri, generale libico accusato di crimini di guerra e contro l'umanità, inclusi torture, massacri e resa in schiavitù di migranti. Su questo bel soggetto pende un mandato di arresto della Corte penale internazionale (che infatti ci ha chiesto delle spiegazioni). Accordi internazionali, immagino, i trafficanti li andiamo a prendere nel globo-terracqueo, mica se ci bussano alla porta di casa.
Infine la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito del referendum per abolire la legge sull’Autonomia differenziata delle Regioni. Il referendum era stato chiesto dalle opposizioni. Sono stati dichiarati ammissibili, invece, gli altri cinque quesiti che, tra le altre cose, riguardano il Jobs Act e, per i migranti in entrata, la riduzione da 10 a 5 degli anni di residenza regolare per poter avanzare la richiesta di cittadinanza.
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Oggi è andata così.
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