Genitore zero
Sigla
In mezzo a una settimana di melina politica, durante la quale è successo il resto di niente, spicca l’ennesimo attacco del governo ai diritti civili. Lunedì la Procura di Padova ha impugnato 33 atti di nascita registrati a partire dal 2017, tutti bambini figli di coppie omogenitoriali (con i genitori dello stesso sesso). Il genitore non biologico dunque, quello che non è intervenuto in nessun modo al fine della procreazione, è stato cancellato legalmente dalla vita del figlio. Pensiamo anche ad azioni semplici come accompagnare un bambino all’asilo, in questo caso il genitore non biologico non potrà più farlo.
Fa abbastanza scalpore anche l’estensione retroattiva dell’atto, che torna indietro fino al 2017, quindi alcuni di questi bambini hanno già 6 anni. Ma non è unicum degli ultimi tempi, la decisione della Procura di Padova infatti si mette in fila ad altre nel solco profondo scavato dal governo Meloni. A marzo parlavamo (qui) della richiesta da parte dell’Europa a regolare la situazione dei figli delle coppie omogenitoriali, e del netto rifiuto da parte del governo a prendere in considerazione la cosa. Anzi, il governo, attraverso le procure, si è messo di traverso all’unico sistema che era stato trovato da alcuni sindaci per dare un riconoscimento a queste famiglie: l’iscrizione all’anagrafe o ad altri registri complementari.
Reato universale
Quanto detto finora rientra ampiamente nei limiti di quello che ci si aspetta da un governo conservatore, ma i limiti sono fatti per essere superati. Nella stessa giornata di lunedì, infatti, è stata presentata alla Camera una proposta di legge per rendere la gestazione per altri un reato universale.
Andando per ordine: la GPA (gestazione per altri) è una pratica che consiste, ipersemplificando, in una donna che porta a termine una gravidanza per conto di una coppia che si occuperà del bambino. Questo meccanismo porta a definire la pratica come “maternità surrogata” e, in senso più dispregiativo, “utero in affitto”. In Italia questa cosa non si può fare, ma in alcuni paesi esteri sì, quindi le coppie possono idealmente andare all’estero, avere un bambino e tornare in Italia. Personalmente non mi sento in grado di approfondire ulteriormente le varie declinazioni e peculiarità di questa pratica (la puntata di questo podcast è un buon modo per cominciare a farlo) ma due dati vanno tenuti bene a mente: molti dei paesi in cui la GPA è legale sono ritenuti dal nostro governo paesi alleati e civili, tipo USA e Canada; il 90% delle coppie che ricorrono alla GPA sono coppie eterosessuali che non riescono ad avere figli. Tra queste ce ne saranno sicuramente molte di fede cristiana, quindi proprio il prototipo dell’unica famiglia accettabile secondo l’attuale governo.
Dunque cosa accadrebbe se il reato universale di GPA diventasse legge? In primis l’Italia non ha capacità di legiferare negli altri paesi, quindi questa universalità si tradurrebbe solo nella capacità di perseguire i cittadini italiani recatisi all’estero per fare la GPA. Quindi se arrivasse in Italia una famiglia straniera che ha avuto un figlio tramite GPA le autorità italiane non potrebbero perseguirla. Ma se la famiglia fosse formata da una persona straniera e una di nazionalità italiana? Come si evince la discussione su quale forma dare a questa legge è dibattuta.

La legge non solo è controversa, ma sembra che abbia anche tutti i presupposti dell’incostituzionalità, dal momento che si prefigge di perseguire qui in Italia un “reato” commesso in paesi dove questo non si configura come tale. Esiste, in altre parole, la concreta possibilità che tutta questa discussione si riveli fondamentalmente inutile. Sarebbe ingenuo pensare che il governo non sia del tutto consapevole di questa possibilità. Nonostante ciò l’esecutivo ha le sue ottime ragioni per portare avanti la proposta. Due in particolare: la prima è che in questo modo la destra può continuare a dare in pasto al suo elettorato più conservatore l’immagine di una coalizione sempre nettamente contraria a tutto le forme anticonvenzionali di formare una famiglia; la seconda è che anche nell’opposizione ci sono sensibilità molto diverse rispetto alla GPA, quindi parlarne è un buon modo per creare ulteriori spaccature nel campo degli avversari. Che questo possa ripercuotersi sulla vita di persone che hanno lottato per dirsi famiglia, è come sempre un argomento secondario.
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A volte si cambia. Vi lascio col commento ai fatti di Padova da parte di Alessandra Mussolini, più a sinistra di tanti a sinistra.
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