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Mercoledì sera a Washington, nei pressi del museo ebraico della città, una sparatoria ha provocato la morte di due persone appartenenti al personale dell’ambasciata israeliana negli Stati Uniti. Le vittime sono Yaron Lischinsky e Sarah Milgrim, una coppia che aveva appena preso parte a un evento promosso da un’associazione impegnata nella difesa dei diritti della comunità ebraica americana.
Il presunto responsabile dell’attacco, Elias Rodriguez, 31 anni, è stato fermato dalla polizia. Durante l’arresto, avrebbe gridato “Palestina libera!”, come riportato dalla capa della polizia locale, Pamela Smith.
Di questo duplice omicidio non abbiamo ancora chiarissima la dinamica, intuiamo però la matrice politica, o almeno così è stato considerato dai leader che hanno commentato l’accaduto. Israele, per capirci, ha letteralmente dato la colpa dell’accaduto a Francia, UK e Canada, rei di fomentare l’odio contro il popolo ebraico (in realtà rei di osare pronunciarsi contro il genocidio del popolo palestinese).
Anche il governo italiano non ha fatto attendere il suo grido d’allarme contro il ritorno dell’antisemitismo. Cito il ministro degli Esteri Tajani: “Scene di terrore e violenza da condannare con forza, l’antisemitismo figlio dell’odio contro gli ebrei va fermato, gli orrori del passato non possono più tornare”.
Ma cito anche Giovanni Donzelli, deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, che dice: “L’attentato avvenuto a Washington è l’ennesimo campanello d’allarme. È l’ora di dire basta a chi, anche in Italia, nelle piazze, nelle università e nei contesti politici e istituzionali, solleva antisemitismo. Chi lo fa si assume la seria responsabilità di fomentare inconsapevolmente dei folli terroristi con la scusa della causa palestinese”.
Con la scusa. Insomma, qualcuno negli USA uccide due persone ebree e diventa una buona ragione, anzi la dico alla Donzelli, una buona scusa per manganellare più forte alla prossima manifestazione pro-Palestina in Italia. Una specie di butterfly-effect del dissenso.
Chiariamo ogni eventuale equivoco: il gesto di questo Rodriguez è deprecabile, così come lo è l’antisemitismo (l’odio per le persone ebree). Ma fingere di vedere solo i rapporti di causa ed effetto che fanno comodo è altrettanto detestabile.
Mi spiego bene. Nelle ultime due settimane l’esercito israeliano (Idf) sta adottando una sorta di soluzione definitiva nei confronti della popolazione della Striscia di Gaza. Raid aerei (anche su campi di rifugiati) e un operazione di terra che sa di ultimo rastrellamento. Chi non muore sotto le bombe muore di fame: gli aiuti umanitari sono bloccati (dall’Idf). Secondo il capo dell'agenzia Onu Unrwa, Philippe Lazzarini, il piano di consegna di aiuti a Gaza potrebbe costituire un “crimine di guerra” poiché “l'intento principale” della proposta, che prevede il ritiro di pacchi alimentari presso punti di controllo gestiti da Israele, è spingere la popolazione palestinese a sud e persino fuori dalla Striscia.
Per il responsabile umanitario delle Nazioni Unite Tom Fletcher, 14 mila neonati a Gaza potrebbero morire nelle prossime 48 ore se i camion con gli aiuti non raggiungeranno le comunità (e questa notizia è di martedì).
Un report Onu stima che, dall’inizio della guerra nell’ottobre 2023, oltre 28 mila donne e ragazze sono state uccise a Gaza. Per il ministero della Sanità di Gaza i bambini palestinesi uccisi da Israele sono 16.503 (solo quelli accertati).
Sono tutte robe alla luce del sole, magari non le sentirete al TG1 (magari proprio no) ma questa è la realtà dei fatti. Mentre attendiamo il ritorno dell’antisemitismo, l’olocausto è già tra noi.
E in tutto questo male l’Italia riesce comunque a distinguersi. L’Unione europea ha infatti aperto formalmente a una revisione dei suoi rapporti con Israele, per le bestialità di cui sopra. Non è una questione simbolica: l’UE potrebbe adottare sanzioni diplomatiche o commerciali. E il peso economico è significativo: Israele scambia con l’UE oltre 45 miliardi di euro all’anno.
Tutto questo perché l’accordo di associazione tra UE e Israele impegna le parti al rispetto dei diritti umani e dei principi democratici. Dopo oltre 50mila morti (in realtà molti di più) l’UE s’è svegliata, forse.
Chi prima, chi dopo, 17 paesi su 27 hanno sostenuto la revisione dell’accordo. La Lettonia è neutrale. Tra i contrari figurano Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Germania, Grecia, Ungheria, Lituania e Italia.
Abbiamo sempre questa mistica abilità di stare dalla parte più sbagliata della storia.
Comunque, torniamo al rapporto di causa-effetto di cui in principio. Sempre posto che l’atto di Elias Rodriguez è da condannare e, aggiungo, in nessun modo riparativo delle atrocità sopradette. E ancora, l’antisemitismo esiste, resiste, è in quell’ordine di cattivi pensieri che pensavamo di aver lasciato nel 1945, e invece sono stipati nelle soffitte della nostra società (tipo il fascismo, di cui abbiamo ampiamente riportato giù gli scatoloni).
Ma ammesso tutto questo, sarebbe ora di dirsi, tra noi che non siamo politici costretti a un’eterna ipocrisia, che forse un atto del genere è il frutto più marcio di una condizione di impotenza che vede gli individui sopraffatti dall’ingiustizia, complici dei nostri governi che nel peggiore dei casi aiutano, finanziano, nascondono, giustificano il genocidio del popolo palestinese.
Letture
La bizzarra difesa del PD alla cittadinanza italiana per i bisnipoti all’estero.
Nino Benvenuti, leggenda dello sport italiano.
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