La giustificazione
Nelle puntate precedenti: un anno di guerra in Ucraina, a che punto siamo arrivati? Il governo bloccato sulla cessione dei crediti, il pestaggio fascista di Firenze e il commento del ministro dell’Istruzione Valditara.
Sigla
Della tragedia di Cutro, il naufragio del barcone di migranti a largo della costa calabra, vanno analizzati due aspetti. Uno è quello dell’evento nella sua unicità, drammatico e potente, capace di squarciare il velo di apatia che ci separa dalle notizie del telegiornale. Quella distanza così breve dalla spiaggia, eppure così enorme, generano quel senso di beffa, suggeriscono una domanda sulla nostra possibilità di fare qualcosa di più. Invece la cronaca parla chiaro: un barcone turco è naufragato davanti alla costa di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone, a 100 metri dal bagnasciuga. L’imbarcazione trasportava circa 250 persone provenienti da Iran, Pakistan e Afghanistan. Le ultime stime parlano di 68 i morti, 82 i sopravvissuti, almeno una trentina i dispersi.
Ministro
Rispetto alle nostre responsabilità, nemmeno il tempo di richiamarle alla memoria che il governo ha subito spiegato la propria. Ciò seguendo una modalità che mi sembra vada evidenziandosi sempre più calcatamente: parlano i ministri. Nel governo Meloni la leader gira il mondo cercando di tessere legami internazionali e presentandosi come nuovo, stabile, interlocutore (questa settimana la Meloni era in India). Se si ha fiducia nella longevità di questo governo allora la mossa della presidentessa ha senso. Ma in patria le restanti figure apicali, tutti uomini e tutti ministri, si espongono a ogni sollecito: Nordio (Giustizia) sulle intercettazioni, Giorgetti (Economia) sul superbonus, Valditara (Istruzione) sulla lettera della preside. Senza dimenticare Salvini, Infrastrutture, e Berlusconi che non è ministro ma ha comunque il ruolo di terza gamba per questo governo. Questa osservazione vale quello che vale, ma intanto anche stavolta è andata così.
Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ha commentato nelle prime ore dopo il tragico accaduto così:

A livello politico il governo sta cercando di indirizzare questa infelice uscita verso una posizione più umana. In queste ore si sente parlare di arrivi legali, rotte di migrazione protette e tutta una serie di cose che è più facile a dirsi che a farsi. Intanto bisogna accertare cosa sia accaduto a Steccato di Cutro, ovvero: c’è una responsabilità politica dietro le scelte che sono state fatte?
Riassumendo, il mare quella sera era forza 4, che secondo le dichiarazioni della guardia Costiera è un mare che avrebbe consentito di prestare soccorso. Verso le 22 e 30 il barcone viene avvistato da un piccolo aereo di Frontex, l’agenzia di frontiera dell’Unione Europea. Il velivolo effettua la segnalazione ma dalla costa italiana non parte la guardia Costiera, bensì le vedette della guardia di Finanza in un’operazione di intercetto (quindi non di soccorso). Questo accade ore dopo la prima segnalazione, con il barcone che si avvicina alla costa e le navi delle guardia di Finanza che non riescono ad avvicinarsi per via del mare alto. Solo alle 5:30 interviene la guardia Costiera, quando molte persone sono già cadute in mare e il naufragio è inevitabile.
Contesto
Il secondo aspetto citato all’inizio è quello del contesto di questa tragedia, il quadro generale. Da una parte ci sono le grandi migrazioni e dall’altra noi, l’Europa, caduti nell’equivoco che si possa decidere chi ha diritto di entrare oppure no. Cito il passaggio di un articolo di G. Papi uscito questa settimana:
L’idea secondo cui ogni essere umano, indipendentemente dalle sue condizioni di partenza o dal posto in cui è nato, abbia il diritto di provare a migliorare la propria vita e quella dei figli è l’unica possibile legittimità morale del capitalismo, e lo rimane anche se è stata sempre tradita. […] Questa promessa e questo diritto non possono essere recintati dentro i confini e non possono dipendere da un passaporto, altrimenti svaniscono. È qui che il nazionalismo entra in conflitto con l’ideologia profonda del capitalismo, e diventa ipocrisia ed egoistica, pavida difesa del proprio territorio dal mondo esterno perché ci si sente inadeguati a competere. Ed è anche su questo che dovrebbe insistere chi avversa l’attuale governo. La causa delle migrazioni non è soltanto la disperazione, è anche la speranza. Per fortuna.
“Evvabbè allora dobbiamo farli entrare tutti”, 🤷♂️, non sarebbe una soluzione peggiore di provare a contrastare il fenomeno tagliando i soccorsi in male. Infatti se dovesse riscontrarsi una diretta correlazione tra le scelte politiche del governo e l’azione dei soccorsi nella notte del naufragio, questa potrebbe portare gravi conseguenze per il governo. Dimissioni, ad esempio.
Elly Schlein
A Steccato di Cutro giovedì sono arrivati in visita, separati, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la nuova segretaria del PD Elly Schlein. Il giorno prima c’è stato il suo primo intervento alla Camera dei Deputati da segretaria, nel quale ha chiesto le dimissioni del ministro Piantedosi. Un’entrata a gamba tesa, dunque, che fa quasi sperare in un paio di preghiere ascoltate. Esiste un’opposizione in questo paese? Troppo presto per dirlo, ma se ne esiste una dovrebbe attaccare senza sosta il governo richiamandolo alle proprie responsabilità sui fatti recenti.
Vedremo. Intanto segnaliamo che la nuova segretaria ha raggiunto il 53% delle preferenze sconfiggendo l’avversario Stefano Bonaccini alle primarie del Partito. Hanno votato circa un milione di persone, non male, in generale sembra ci sia un discreto entusiasmo intorno a questa vittoria. La scelta Schlein riporta idealmente il PD più a sinistra, a patto che il partito segua il suo leader eletto. Intanto sabato Schlein e l’ex premier Conte saranno a Firenze nella stessa piazza antifascista organizzata dai sindacati (per i fatti della scorsa settimana al liceo Michelangiolo). Forse il segno di un primo compattamento anti-Meloni
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L’unico esponente del governo a essersi presentato a Cutro è stato, come detto, il presidente Mattarella. Qui è ritratto in raccoglimento di fronte alle bare disposte sul parquet del Palazzo dello Sport di Crotone.