Quante mucche offriresti?
Nelle puntate precedenti: Fratelli d’Italia ha vinto le elezioni e Giorgia Meloni sarà la prossima premier, l’astensionismo ha superato ogni record precedente, bassa rappresentanza femminile nel parlamento, per il PD sconfitta a mani basse.
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Col senno di poi, si dirà, sono bravi tutti. Predire la brutta sconfitta del PD, però, non era una lettura alla portata dei soli statisti. Non tanto nei numeri, visto che il partito del segretario Letta non ha toccato nemmeno il 20% delle preferenze, e questo dato è andato oltre le cattive previsioni che erano già state messe in conto. Piuttosto quello che viene dopo, l’amarezza e la voglia, quasi quasi, di fare tabula rasa e ricominciare da zero. Un altro nome, un’altra identità, la soluzione di continuità a quel dilemma mai risolto: nel PD è prevalente la scuola democristiana o la voglia di far rivivere i migliori anni del PCI (partito comunista)? Se i principali protagonisti del partito volessero davvero trovare la risposta assisteremmo all’atomizzazione ulteriore della sinistra parlamentare. Invece questo soggetto politico, il PD, va preservato o almeno così sembra il pensiero dei big, dopo che in settimana era circolata molto la voce di un invito, semplicemente, ad abbandonare il simbolo.
Il PD avrà un nuovo segretario entro febbraio/marzo, lo ha detto lo stesso Letta alla direzione nazionale del partito che si è tenuta in settimana. E tra i vari virgolettati ha pronunciato: “se cade il governo andiamo subito al voto”. Quindi per intendere che il PD non farà da stampella ad eventuali governi tecnici futuri. Credo che al PD però non si critichi la scelta di sostenere due governi, Conte prima e Draghi poi, in momenti di assoluto scombussolamento (covid, guerra). Il problema è l’aver vivacchiato senza esprimere delle posizioni convinte. L’ultimo PD vincente è stato quello renziano, che era quasi un partito di destra, poi è arrivata la saga dei traghettatori. Il PD di Letta è stato un ripetitore delle decisioni di Mario Draghi, nel bene e nel male. Alla fine il segretario dem ne dice una giusta, mia opinione, quando chiama il largo ai giovani, che idealmente dovrebbe significare scegliere una classe dirigente di under 40 (probabilmente un’utopia). Meglio tardi che mai.
Nuovo governo
Secondo i giornali entro metà della prossima settimana dovremmo avere l’elenco dei ministri proposti da Giorgia Meloni. Questa parte del suo nuovo lavoro è decisamente delicata. Va tenuto conto infatti di due cose su tutte: le velleità degli alleati di maggioranza, Salvini su tutti, e il metterci dentro professionalità in grado di far funzionare il meccanismo. In altre parole i tanto odiati tecnici. Odiati si fa per dire, ma sicuramente le aspettative su Giorgia Meloni prevedono che il suo governo preferisca il politico al posto del burocrate. Sul fronte alleati pare che Matteo Salvini possa ricevere il ministero delle Infrastrutture, quello degli interni andrebbe o all’attuale prefetto di Roma Matteo Piantedosi o alla leghista Giulia Bongiorno.
Riguardo ai tecnici, il primo di cui la futura Premier deve tener conto è proprio Mario Draghi. In settimana sono circolate delle voci secondo cui la Meloni si sarebbe lamentata di alcuni ritardi sulle scadenze del PNRR, che sono state smentite dalla diretta interessata. Ufficialmente l’Italia sembra essere in linea con la time line dei compiti da assolvere per ricevere i finanziamenti europei, ma non con le spese. L’innalzamento dei costi infatti ha rallentato l’inizio di alcune opere per le quali sono già stati erogati i fondi.
Prezzo del gas
L’andamento dei mercati non sta influenzando solo le voci di spese ma anche, su tutti, il prezzo del gas. La bolletta media aumenterà del 60%, 400€ a famiglia circa, per tutto il prossimo inverno. Con questa spada di Damocle sulla testa per il governo è necessario trovare dei rimedi. Innanzitutto è al centro delle accuse la speculazione sul prezzo del gas, che si decide nella sede della borsa relativa, in Olanda. In pratica il gas viene acquistato attraverso dei titoli, la cui compravendita determina il prezzo di mercato costantemente aggiornato. Il tutto mentre il gas, materia prima vera e propria, continua a circolare senza stop. Ovviamente più il prezzo delle quotazioni aumenta e più guadagna chi sta rivendendo i propri titoli. Pare però che negli ultimi tempi non ci sia stato un innalzamento anomale delle vendite, segno che l’aumento dei prezzi è dettato anche dalla scarsità della risorsa, e quindi dal fatto che la Russia ne sta facendo circolare di meno, non solo da eventuali speculazioni. Vero anche che in Italia al momento sono stoccati più miliardi di metri cubi di gas rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso. Segno che non c’è una vera e propria scarsità.
In altre parole è difficile sia capire l’origine (le più origini) del problema e sia trovare la soluzione. Da un punto di vista europeo l’Italia propone di adeguare il prezzo di acquisto alla media mondiale e stabilire un massimo e un minimo entro il quale il prezzo deve restare. Attualmente il paese più contrario alla proposta è la Germania, tra il 20 e il 21 le istituzioni europee ne discuteranno in un vertice a Bruxelles. Sul fronte interno invece il ministro dell’Ambiente Roberto Cingolani ha firmato un decreto che per il prossimo inverno stabilisce:
accensione dei riscaldamenti posticipata di quindici giorni;
spegnimento dei riscaldamenti anticipato di quindici giorni;
meno un’ora di accensione consentita al giorno;
meno un grado per la temperatura massima consentita.
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Il Tweet
Con questo tweet Muhoozi Kainerugaba, figlio del presidente dell’Uganda Yoseri Museveni, chiedeva ai suoi follower quante mucche avrebbero pagato per acquistare Giorgia Meloni. Successivamente, dopo che è scoppiato il piccolo caso, l’uomo è stato rimosso dal ruolo di comandante delle forze militari del paese (anche se in realtà declassato a generale)🐄🐄.
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