Tangentopoli europea
Nelle puntate precedenti: la valanga di emendamenti presentati alla legge di Bilancio, in realtà solo una parte di essi verrà discussa per via di un meccanismo particolare, la prima alla Scala, rinviato il pagamento delle multe ai no vax.
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Lo voglio dire subito perché non mi sembra sia stato sottolineato abbastanza: nel primo scandalo importante dell’Unione Europea c’è la mano italiana. Non dico di prendercene tutti i meriti ma almeno il giusto. Mi viene in mente quando c’è un film che vince l’Oscar, produzione americanissima ma tra i fonici c’è un italiano e i giornali titolano “c’è anche un po’ d’Italia sul tappeto rosso”. Oppure quando un arbitro italiano arbitra una partita importante di …boh, per esempio un mondiale a cui l’Italia non si è nemmeno qualificata, ma anche lì dobbiamo palesare la nostra nobile presenza tricolore. Insomma io non dico di fare gli stupiti quando scopriamo che nella tangentopoli europea ci sono dei connazionali tra i protagonisti, faccia basita, ma diamo a Cesare quel che è di Cesare.
Denaro contante
Riassumiamo il contenuto della notizia più clamorosa della settimana. Venerdì scorso la procura di Bruxelles ha aperto un'inchiesta per sospetta corruzione nel Parlamento europeo. Si parla di presunte mazzette per influenzare le decisioni sul Qatar, paese arabo che sta ospitando l’edizione 2022 dei Mondiali di calcio maschili. In realtà nei giorni successivi l’indagine ha incluso la possibilità che queste influenze siano arrivate anche dal Marocco (il coinvolgimento di questi paesi è comunque ancora da accertare).
Il nome importante tra gli imputati in stato di fermo è quello di Eva Kaili, politica greca vicepresidente del Parlamento europeo. L’accusa di corruzione l’ha subito portata alla sospensione del ruolo e l’allontanamento dal suo partito, sia in Europa che in Grecia. L’unica carica mantenuta dalla Kaili è quella di parlamentare europeo, che normalmente le avrebbe garantito l’immunità dalle accuse. Ma stavolta il reato è avvenuto in flagranza, ovvero mentre si svolgeva. Infatti a casa di Kaili è stata rinvenuta una valigia piena di centinaia di migliaia di euro in banconote di piccolo taglio.
Breve inciso: a questo servirebbe il tetto al contante in un paese colluso come il nostro, a rendere più complicato riciclare soldi sporchi gestiti in forma di contante. Non esistono statistiche che indicano chiaramente l’incidenza del tetto sull’evasione fiscale, ma possiamo facilmente presumere che alzare il limite di circolazione del denaro di carta favorisca il fenomeno.
Kaili non è l’unica che è stata trovata con il malloppo a casa, bensì anche Pier Antonio Panzeri, ex europarlamentare PD e Articolo 1. In totale nelle due case sono stati trovati circa 1,5 milioni di euro.


Il collegamento tra Kaili e Panzeri è Francesco Giorgi, compagno di Kaili ed ex assistente di Panzeri (oltre che attuale assistente del parlamentare europeo Andrea Cozzolino), anche lui attualmente in carcere. In stato di fermo anche Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale della ong No Peace Without Justice, oltre che la moglie e la figlia di Panzeri, che saranno consegnate alla giustizia belga.
Siamo solo all’inizio di un’indagine di cui si sa ancora poco e che potrebbe espandersi molto più di così. Per cui semplifico molto quella che è l’accusa mossa contro Panzeri e compagnia: utilizzare le ong come ponte per ricevere delle mazzette destinate a influenzare l’azione degli europarlamentari coinvolti (che, ripeto, potrebbero essere di più della sola Eva Kaili). Una pratica di lobbying illegale ma, a quanto pare, non così difficile da mettere in pratica.
Innanzitutto spieghiamo che il lobbying è quell’attività svolta da alcuni gruppi di interesse, le lobby appunto, per influenzare decisioni a proprio vantaggio. È una pratica regolamentata oltre che utile. È, ad esempio, logico che i rappresentanti del Qatar abbiano cercato di tessere i migliori rapporti diplomatici per avere l’organizzazione del mondiale. Mentre è illegale se questa azione ha incluso l’elargizione di mazzette. Ciò, ribadisco ancora, è solo sospettato e non ci sono prove definitive.
Gli addetti ai lavori lo definiscono già come il caso più grave di corruzione nella storia del Parlamento europeo. Qualcosa che è destinato a cambiare le regole interne per gli eurodeputati, ma soprattutto che cambia la percezione di quest’organo. Se neanche dell’Europa ci si può più fidare. Dal punto di vista italiano ribadisco la necessità di cui parlavo in principio, prenderci i nostri meriti, e il fatto che questa sciagura si abbatterà soprattutto sull’opposizione di centrosinistra. Senza scendere troppo nel dettaglio, Panzeri era nel PD, il partito ha già deciso la sospensione di tutte le figure che avevano avuto rapporti con lui (attendendo il corso delle indagini). L’ong di Figà-Talamanca invece è sempre stata vicina ai Radicali e in particolare alla figura di Emma Bonino.
Via libera alla manovra
Come detto la scorsa settimana l’Europa era chiamata a giudicare la bozza di legge di Bilancio scritta dal governo Meloni. Il commento è stato sommariamente positivo, il che dà il via all’approvazione della legge. I punti su cui la Commissione ha dato parere negativo, invece, sono l’aumento della spesa previdenziale per Quota 103 (pensioni) e, ancora, tetto a contante e limite di utilizzo del POS che rappresentano un’involuzione rispetto alla lotta contro l’evasione.
Rispetto allo stato di avanzamento dei lavori i partiti stanno selezionando gli emendamenti da discutere. Per il momento il PD non ne ha selezionato nessuno, come forma di opposizione totale al testo del governo. I dem in settimana hanno occupato la presidenza della Commissione Bilancio come protesta verso la maggioranza che si era assentata dalla Camera durante la presentazione degli emendamenti (come a dire: vi lasciamo soli tanto alla fine decidiamo noi). In forte opposizione anche CGIL e UIL che venerdì 16 hanno chiamato lo sciopero generale, la CISL invece ha scelto una strada di maggior apertura nei confronti della bozza di legge.
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Alla festa per i 10 anni della fondazione di Fratelli d’Italia (un decennio per andare al governo è veramente un risultato da fenomeni) c’era anche Cristina D’Avena, che di recente ha festeggiato 40 anni di carriera. Chiaramente gli aficionados non l’hanno presa benissimo, considerati alcuni valori contrastanti con il partito della Meloni. La cantante si è limitata a spiegare che lei sul palco non porta politica, ma musica. A Natale puoi fare quello che non hai fatto mai.
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