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Una donna fantastica che ha preso d’assalto l’Europa. Così il neo presidente Usa Donald Trump sulla nostra premier Giorgia Meloni, secondo i cronisti americani presenti. L’occasione è stata quella di un incontro tra i due leader, tenuto riservato fino all’ultimo, presso la residenza privata di Trump in Florida, a Mar-a-Lago (nome che passano gli anni ma mi lascia sempre confuso).
La visita avrà colto di sorpresa anche l’ex presidente Joe Biden (ancora in carica fino al 20 gennaio, data in cui si insedierà Trump alla Casa Bianca). Biden era atteso proprio in questi giorni in Italia per una sorta di ultimo tour europeo, buono per i saluti finali, e aveva in programma anche un incontro col Papa. Tutto saltato a causa degli incendi californiani, pare.
In ogni caso è Trump il nuovo interlocutore, che con Meloni pare trovarsi a meraviglia, fatto che aggiunge punti al prestigio internazionale della premier. Mi azzardo a dire che è proprio sulla scena estera che Meloni ha dato il meglio di sé dall’inizio del mandato, il che ha un riverbero anche sul prestigio della presidentessa tra i confini nazionali.
Successo diplomatico
Proprio alla trasferta americana è stato dato il merito di aver sbloccato il caso, in tempi più veloci del previsto, relativo alla detenzione della giornalista Cecilia Sala in Iran.
La liberazione di Sala sarebbe avvenuta grazie a un accordo che prevede la non estradizione negli Stati Uniti dell’ingegnere iraniano Mohammed Abedini Najafabadi, arrestato a Malpensa il 16 dicembre scorso perché accusato dagli Stati Uniti di associazione per delinquere e terrorismo. Fin dal principio si è ritenuto che l’incarcerazione da Sala sia stata una ripercussione contro l’arresto di Abedini.
Dunque Abedini di sicuro non verrà estradato negli Usa prima della decisione dei giudici della corte d’appello di Milano, che il prossimo 15 gennaio si riuniranno per decidere se concedergli o meno gli arresti domiciliari, in attesa che gli americani inviino tutta la documentazione necessaria a provvedere sull’estradizione.
Se Abedini riceve i domiciliari, allora dell’eventuale consegna agli Stati Uniti se ne parla poi. Se invece la decisione finale sarà la custodia cautelare in carcere, allora potrebbe arrivare l’intervento del ministero della Giustizia che ha facoltà di revocare l’arresto di Abedini, che a quel punto sarebbe libero a tutti gli effetti. Comunque vada, è chiaro che la diplomazia italiana ha potuto accordarsi con l’Iran previo accordo con gli Usa, e di questo viene dato gran merito a Meloni.
Allergica ai giornalisti
Rientrata in Italia, la premier era attesa alla rituale conferenza stampa di inizio anno. Poteva essere un’occasione per coprirsi di gloria e basta, ma l’avversione per la stampa da parte di Meloni è evidentemente un sentimento di intensità superiore. Dunque solita espressione dura, rivendicazione del provvedimento che vieta alla stampa di pubblicare notizie relative ai casi che non hanno almeno concluso la fase delle udienze preliminari (la prima nei processi). Ne avevamo parlato qui 👇
Meloni, in risposta a chi le contesta poca disponibilità verso il mondo dell’informazione, cita anche una statistica (redatta dal suo portavoce): nel 2024 ha risposto a 350 domande di giornalisti (che sforzo). Livello rancore altissimo.
Starman waiting in the sky
Tra i nomi più ripetuti durante la conferenza spicca quello di Elon Musk, l’imprenditore tra gli uomini più ricchi del pianeta, nonché l’altra faccia del prossimo governo Trump. La questione è la seguente: potrebbe esserci un accordo tra il governo italiano e una delle società del magnate, la Starlink che fornisce connessione internet in larga parte del pianeta attraverso una costellazione di piccoli satelliti (circa 7mila) che attualmente orbitano a circa 500km di distanza dal suolo (tecnicamente: orbita bassa terrestre). (Link per approfondire l’attività di Starlink, che al netto di come la si pensi su Musk, si basa su un’idea piuttosto geniale)
Ma torniamo all’accordo, quello Italia-Starlink, che secondo le voci si aggirerebbe intorno a 1,5 miliardi. Ma il tema non sono i soldi, bensì l’opportunità di affidarsi a un’azienda privata, gestita da un uomo potente e “poco avvezzo” ai canoni della diplomazia.

Meloni ha smentito che sia già stata firmata un'intesa tra il governo italiano e Starlink, ma ha confermato che sono in corso colloqui. Il ministro della Difesa Guido Crosetto non smentisce la premier, anzi ha aggiunto che per garantirsi comunicazioni affidabili e continue l’esercito italiano è interessato, se non obbligato, a integrare il sistema satellitare nazionale con satelliti a orbita bassa, come quelli di Starlink.
Questioni regionali
Possiamo dire che questo 2025 è iniziato alla grande per Giorgia Meloni, e se guardiamo alla scena internazionale ci sono i presupposti per proseguire in tal senso. Un fatto su tutti: dei principali governi europei l’unico a poter contare su una buona solidità è proprio il nostro (e mica è scontato).
Per trovare qualche “bastone tra le ruote” è più facile guardare dentro casa, cioè alla politica interna. Parliamo in particolare della decisione dell’esecutivo di ricorrere alla Corte costituzionale contro la legge della regione Campania sul terzo mandato (che consentirebbe al governatore Vincenzo De Luca di presentarsi alle prossime regionali).
Il 5 novembre il Consiglio regionale campano ha approvato una norma che recepisce e reinterpreta una legge nazionale del 2004, che vieta di ricandidarsi alla carica di presidente di regione chi abbia già ricoperto quell’incarico per due mandati consecutivi.
Quindi, occhio, la Campania ha recepito una legge del 2004 nel 2024. Cambiandola. Scrive il Post:
La legge campana specifica che «ai fini dell’applicazione della presente disposizione, il computo dei mandati decorre da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge». Con questo stratagemma, dunque, il computo dei due mandati partirebbe dal momento del recepimento della norma nazionale da parte di ogni singola regione, e dunque dal mandato in corso, non tenendo conto di quello già svolto da De Luca tra il 2015 e il 2020.
È una questione succosa, di cui abbiamo già parlato e di cui torneremo a parlare. Perché? Perché De Luca potrebbe anche avere ragione, considerato che una manovra simile ha permesso nel 2020 la ricandidatura di Luca Zaia (governatore del Veneto che sta concludendo, di fatto, il suo terzo mandato); perché la cosa riguarda la Campania, ma anche il Veneto, il Friuli, la Puglia, … e non solo i governatori, ma anche i sindaci:

E ancora, la Lega è l’unico partito di governo che vuole il terzo mandato; il PD non vuole il terzo mandato, e quindi comunque vada alle prossime elezioni in Campania si presenterà con un candidato diverso da De Luca (forse Roberto Fico), il governatore però, se gli verrà concesso, si candiderà anche da solo. E se non gli venisse concesso, probabilmente candiderà il suo vice (o un fedelissimo), gli amici di Salerno, dove De Luca è stato sindaco per circa 17 anni, conoscono la prassi.
Letture
Il Mostro di Firenze, Dante e la volpe.
Vita e morte del monopattino elettrico.
La Napoli che non si vede su Instagram. (ENG)
Social
Un video realizzato con l’Intelligenza Artificiale per promuovere l’attività della ONG Open Arms, che si occupa principalmente del soccorso in mare ai migranti. Nel video ci sono alcuni grandi della Terra in mezzo ai flutti, tenuti a galla da un salvagente, e alla fine il messaggio: in quella salveremmo anche te. Bravi.
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