Andate in pace
Nell’ultima puntata: la questione politica dietro le restrizioni che riguardo il green pass, a che punto siamo con i vaccini, l’accordo sulla riforma della giustizia, storie di pistole fumanti e Travaglio che si mette a sparare a zero.
Sigla
A volte penso a Mario Draghi come una di quelle persone che scrivono gli elenchi puntati di cose da fare. Credo che molti tra noi, io sicuramente, abbiano la sciagurata abitudine di fissare troppi obiettivi, troppo difficili o, insomma, perdersi mentre si prova a rispettare i vari punti. Invece immagino il Premier come cintura nera dei “to do”, dritto come una spada, fa niente che quel compito non è svolto perfettamente, whatever it takes porto a casa e lo depenno lo stesso. Metafora balorda? Forse. Probabilmente 🐉🐉 appare risoluto proprio perché è stato chiamato per fare una lista e svolgerne i punti, con la promessa di non fargli ostruzionismo. Saremmo bravi tutti così? Non lo so, intanto la lista va.
La scorsa settimana avevamo spiegato che le nuove restrizioni sul green pass erano state posticipate a dopo la votazione sulla riforma della giustizia. Detto fatto: il testo firmato dalla ministra Marta Cartabia è stato approvato alla Camera dei deputati con 396 voti favorevoli, 57 contrari e 3 astenuti. Il testo adesso passa al Senato. Qui una sintesi dei principali cambiamenti che apporterà al codice penale una volta convertito in legge.
Green pass
Quindi questa settimana ci si è dedicati al green pass. La certificazione vaccinale e l’obbligo di mostrarla in alcuni luoghi pubblici al chiuso (ecco precisamente DOVE) è stata già approvata ed è entrata in vigore il 6 agosto. Le multe per chi ne fosse sprovvisto vanno dai 400€ ai 1000€ e colpiscono anche l’esercente. Il governo chiede a questi ultimi di effettuare i controlli, gli esercenti non sono d’accordo sia per una questione di praticità che di ruolo (“faccio il barista o il vigile?”). E questa è una polemica che ci intratterrà più degli animatori nei villaggi.
Sempre il 6 agosto il governo ha deciso l’estensione dell’obbligo di green pass per trasporti e scuola:
obbligatorio su trasporti a lunga percorrenza (sì aerei e treni, no metro e bus);
obbligatorio per docenti e personale ATA (dopo 5 giorni di assenza scatta la sospensione senza stipendio);
obbligatorio per gli studenti universitari.
A parte la nota sulle università, tutto questo viene stabilito nell’ottica di un ritorno a scuola in presenza al 100%. La nettezza di questo provvedimento ha già sollevato diverse obiezioni, tante altre ce ne saranno, su alcune cose bisognerà aggiustare il tiro ma dopo un anno e mezzo i ragazzi torneranno tutti in classe. Non è sufficiente solo ordinarlo ma bisogna anche garantirlo, in pratica c’è bisogno di soldi per agire sulle strutture e sfoltire le classi pollaio. Non una roba da fare in un mese, ma che andrebbe cominciata al più presto. Mia opinione impopolare: chi dovesse (soprattutto tra i sindacati) alzare vere e proprie barricate su questo provvedimento lo farà anche in un’ottica politica. L’anno prossimo ci sarà il rinnovo delle rappresentanze sindacali e di questi tempi essere all’opposizione rende sempre di più che aprirsi al dialogo.

Il palio di Siena
Finalmente abbiamo le date delle prossime elezioni amministrative: 3 e 4 ottobre 2021. Questo ovviamente sarà un tema caldissimo nelle prossime settimane, per ora però soffermiamoci sulle elezioni suppletive, quelle che si tengono per eleggere deputati e senatori di collegi rimasti vacanti1 (anche per queste si voterà nelle stesse date).
A Siena il candidato del PD è nientemeno che Enrico Letta, segretario del partito. Perché si è esposto così tanto? Forse nella convinzione di poter vincere con relativa facilità, guadagnare un posto alla Camera e avere maggior voce in parlamento. È da notare infatti che né lui né Giuseppe Conte sono deputati della Repubblica pur essendo capi politici di gruppi importanti della maggioranza di governo. Il punto è che la candidatura di Letta a Siena è molto rischiosa, visto che una sconfitta ne comporterebbe le dimissioni da segretario. Inoltre quello che sembrava un collegio blindato (cioè di vittoria sicura) non sembra davvero esserlo.
La complicazione di maggior rilievo è quella che riguarda il Monte dei Paschi di Siena, la banca più antica d’Europa che dà lavoro a 6mila senesi. L’istituto di credito potrebbe essere assorbito da Unicredit in un’operazione che verrebbe aiutata dallo Stato, considerato che il Monte non è più in grado di sopravvivere con le proprie forze e non può continuare a farlo solo attraverso gli aiuto statali.
Un’operazione lontana dal concretizzarsi, ma che in prospettiva avrebbe ricadute importanti sul territorio di Siena. Non a caso si parla già di 2500 dipendenti in esubero. Una questione molto spinosa che va a intrecciarsi con le prossime elezioni. Apparentemente la scelta di Letta di candidarsi a Siena incarna alla perfezione il sadomasochismo della sinistra italiana.
Altre Notizie
Secondo studi interni all’azienda il vaccino Moderna resta efficace al 93% dopo 6 mesi dalla seconda dose.
Amadeus, again.
Ponte sullo Stretto, again and again.
Il semestre bianco, spiegato bene.
Il Tweet


Le elezioni amministrative ci porteranno tante perle e molti impresentabili. Comincio con Hugo Maradona candidato con Catello Maresca nella coalizione di cdx a Napoli🤦♂️.
Chiuso per ferie 🕶
Quindi Draghi non andrà in ferie, ok. Ma Poletichette sì, eccome.
Mi raccomando divertitevi, riposate, fate quello che vi pare ma non prendete alcuna decisione importante, tipo sciogliere governi mentre siete ubriachi al Papeete.
Ci rivediamo qui sabato 28 agosto, a presto 🏝.
Sigla
Pensare ai casi in cui deputati e senatori si dimettano per motivi di carriera o semplicemente muoiano lasciando il loro scranno vacante.