Terracqueo
Nelle puntate precedenti: la tragedia a Steccato di Cutro, di chi è la responsabilità? Intanto subito il commento del ministro Piantedosi (tra agghiacciante e vergognoso), la nuova segretaria del Partito Democratico è Elly Schlein.
Sigla
Dopo i tragici fatti accaduti nella notte tra il 25 e il 26 febbraio, sulla costa calabra di Steccato di Cutro, Giorgia Meloni ha presto espresso la volontà di portare lì una riunione del Consiglio dei ministri. Portare lo Stato, nella rappresentanza delle sue figure apicali, nei luoghi dove è più necessario, una mossa incontestabile. Peccato che a Cutro lo Stato, o meglio il governo, c’era già nelle ore successive al naufragio (e non mi riferisco al presidente Mattarella, tra i primi accorsi sul luogo). Nel caso specifico c’era il ministro degli Interni Matteo Piantedosi, che ha commentato a caldo come sappiamo (facendo riferimento a una presunta irresponsabilità degli stessi migranti). Lo Stato c’era già stato a Cutro, facendo male, e si è ritenuto fosse il caso di tornare, per fare peggio.
Prima però un passo indietro a martedì, giorno in cui si è tenuta l’informativa proprio del ministro degli Interni al Parlamento. Piantedosi era chiamato a spiegare perché il soccorso ai naufraghi è stato portato solo all’alba, e non alla prima segnalazione di Frontex (l’agenzia di frontiere dell’UE). A detta del ministro è solo intorno alle 4 del mattino che è giunta al 112 una richiesta di soccorso telefonico da un numero internazionale, geolocalizzato poi dal Comando provinciale dei carabinieri di Crotone. Quello è il momento in cui si è concretizzata la necessità di soccorso, e quindi è stata attivata la Guardia costiera. Prima, quando alle 22 e 30 circa era arrivata la segnalazione del barcone, non era stata ravvisata alcuna emergenza.
Il ministro poi ci ha tenuto a puntualizzare il senso del suo intervento aspramente criticato: “facevo riferimento quando, con commozione, sdegno e rabbia e negli occhi l'immagine straziante di tutte quelle vittime innocenti, ho fatto appello affinché la vita delle persone non finisca più nelle mani di ignobili delinquenti, in nessun modo volendo colpevolizzare le vittime. Mi dispiace profondamente che il senso delle mie parole sia stato diversamente interpretato”. Evvabbè.
Guardia costiera
Piantedosi ha spiegato la sua, il nodo però resta. Perché la Guardia costiera non è intervenuta prima? La segnalazione di Frontex comprendeva foto e di rilevazioni termiche e satellitari, si vede un uomo solo sul ponte ma altri potrebbero essere sottocoperta. Gli elementi portano a classificare l’imbarcazione come “sospetta”, ma ciò fa scattare l’uscita delle vedette della Guardia di finanza, e non della Guardia costiera. Dunque si ipotizza una grave sottovalutazione, al netto di tutti gli elementi: orario, foto, rotta, cos’altro poteva essere se non un barcone di migranti?
Su questo punto, su questo dubbio grande come il Mediterraneo intero, su questa decisione che è costata la vita a 73 persone, ci sono le indagini della magistratura a cercare di portare un po’ di luce. Ma c’è anche, e soprattutto, il muro di gomma del governo Meloni che sostanzialmente dice: noi vi abbiamo spiegato com’è andata, se non vi basta allora vuol dire che credete nella malafede di qualcuno (la Guardia costiera risponde al ministero delle Infrastrutture, ovvero a Salvini, per dire), e se credete che questo governo abbia omesso volontariamente i soccorsi allora quelli in malafede siete voi.
A Cutro
Al termine della settimana il governo è arrivato a Cutro, come voluto dalla Meloni, per un Consiglio dei ministri straordinario. Il governo ha approvato all'unanimità un decreto legge che prevede, tra le diverse misure, pene più aspre per gli scafisti, norme per rendere le espulsioni più efficaci e procedure semplificate per chi voglia entrare legalmente in Italia.
Durante la conferenza stampa però, in cui hanno presenziato la Premier, Salvini, Piantedosi, e Antonio Tajani (che è vicepremier insieme a Salvini, e coordinatore di Forza Italia), il governo si è dimostrato più che in difficoltà sul tema. Persiste la sensazione di irrisolto rispetto alla mancata uscita della Guardia costiera la notte del 25 febbraio, alle pressanti domande della stampa la Meloni (come tutti gli altri rappresentanti) si è mostrata infastidita. In generale l’atteggiamento dei protagonisti della conferenza è sembrato quasi svagato, non consono alla gravità della situazione. E poi questo, il capolavoro definitivo:

La Meloni in questo caso si riferisce con enfasi al fatto che oltre all’inasprimento delle pene per scafisti e trafficanti, i reati di questi verranno perseguiti dall’Italia anche se commessi fuori dal nostro paese. Da qui la caccia “per tutto il globo terracqueo”. E giustamente qualcuno fa notare che questi cattivi, gli scafisti, stavolta non siamo nemmeno stati in grado di andarli a prendere a qualche centinaio di metri dalle nostre coste.
Infine, oltre tutte le intenzioni e i proclami, nessuno è andato a trovare i sopravvisuti.
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