Tunz tunz
Nelle puntate precedenti: una settimana all’insegna dei tetti per la politica italiana, quello di cristallo che ha rotto Giorgia Meloni, quello sul contante e quello al prezzo del gas, è stato un inizio di legislatura molto caratteristico.
Sigla
Quanto rumore dell’altro siamo disposti a tollerare? Settimane come questa appena trascorsa sembrano suggerire che la soglia, al momento, è molto bassa. Ho intravisto uno strano simbolismo tra un recente fatto di cronaca e l’ormai famosa emergenza rave divampata in settimana (forse un effetto collaterale della troppa esposizione sempre alla stessa notizia). A Genova un uomo di 63 anni ne ha ucciso un altro che stava facendo troppi schiamazzi sotto il suo palazzo. Ha afferrato arco e frecce che, essendo maestro d’ascia, si è fabbricato da solo e ha colpito l’altro, 41 anni morto sul colpo. Una reazione sproporzionata e folle. Sproporzionato, ma non folle, anche il nuovo decreto legge emanato dal ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, che con Salvini condivide il nome e una certa postura nel ricoprire quello specifico ruolo istituzionale. Il governo vuole tenere a bada lo schiamazzo della festa, e si fabbrica da solo lo strumento per reprimerla. La nuova legge anti rave aggiunge un nuovo reato al codice penale: gli organizzatori di invasione di terreni ed edifici privati e pubblici con lo scopo di fare raduni con più di 50 persone rischia da 3 a 6 anni di carcere e da mille a 10mila euro di multa.
Un provvedimento scritto di fretta per restituire quel senso di urgenza con cui il governo vorrebbe mostrarsi intento a risolvere i problemi del paese. Il risultato è che la legge, che andrà discussa ed eventualmente approvata nei prossimi 60 giorni, è da riscrivere in diversi punti. Il più contestato è quello della troppa generalità di questi “raduni con più di 50 persone”, che rischia di entrare in conflitto con il diritto costituzionale dei cittadini a riunirsi. E poi c’è quella pena carceraria che è davvero estrema per delle persone che, di fatto, hanno organizzato solo una festa.
Contro le controculture
È molto difficile riuscire a smontare qualche pregiudizio che possiede chi ritiene i rave semplici raduni lisergici di gioventù bruciata. Basta osservare come i tg nazionali hanno trattato il caso del rave di Mantova, quello dell’anno scorso a Viterbo e quelli prima ancora, per capire che la classe media di questo paese non vuole saperne di riconoscere questa sottocultura (musicale, dance? come vi pare). E va bene così. Se 2mila persone vogliono radunarsi in un capannone a ballare la techno e molte di più storcono il naso al solo pensiero che ciò avvenga, beh ciò fa parte della normalità. Se il proprietario del capannone sporge denuncia per occupazione di proprietà privata non si può dire granché in contrario. Qui, attenzione, c’è il trucco: gli estremi di legge per reprimere questo genere di ‘assembramenti’ esistevano già. Quella varata in fretta e furia dal governo è un atto superfluo e muscolare che estende questa capacità repressiva anche ad altre occasioni, che non siano per forza le feste rave.
Conviene attendere di vedere come verrà modificata la legge nei prossimi passaggi in Parlamento per poterne valutare le specifiche, però il messaggio lanciato è chiaro: sotto il vessillo dell’ordine pubblico ci finirà anche quello che, semplicemente, viene sentito come contrario ai valori di un certo elettorato conservatore. Su questo stesso filone di pensiero si collocano anche gli altri primi provvedimenti di questo governo.
“Lasciateli lavorare”
Dell’idea di alzare il limite al tetto del contante avevamo detto la settimana scorsa. Aggiungiamo che nell’infornata di leggi contenute nel primo decreto del governo Meloni c’è anche il mantenimento dell’ergastolo ostativo1. In sostanza il governo ha voluto mantenere questo strumento pur in contrarietà all’opinione della Corte Costituzionale, che ritiene l’ergastolo ostativo contrario allo scopo della detenzione. In sostanza l’attuale legge ha aggiunto altre possibilità ai detenuti per togliere l’ostatività dalla pena senza per forza dover collaborare con la legge, ad esempio semplicemente in virtù dell’aver già scontato 30 anni di detenzione. Di fatto la legge resta quasi uguale, quindi un pretesto che il governo ha usato per ribadire una specifica veduta sul tema delle pene e delle carceri.
Infine segnalo anche lo slittamento a fine anno dell’applicazione della riforma Cartabia sulla giustizia, riforma necessaria per continuare a usufruire dei fondi del PNRR, cioè i soldi dall’Europa. Al contrario il governo ha ben pensato di togliere l’obbligo di mascherina in ospedali ed rsa, reintegrando i sanitari che erano stati sospesi perché sprovvisti di vaccinazione. L’obbligo sarebbe comunque decaduto entro la fine dell’anno, ma anche questo è da leggersi come un segnale a coloro che non hanno rispettato le regole del vecchio governo: avete fatto bene!
Tutto fumo
In ogni caso niente di tutto ciò che abbiamo citato avrà delle enormi ripercussioni sul paese, il cui destino dipende da ben altri fattori: l’inflazione, i tassi d’interesse in rialzo, la crisi libica, la riforma delle pensioni, la crisi ambientale. Tutte le leggi di cui sopra, compresa quella contro i rave, toglierà tempo al Parlamento che deve discutere la legge di bilancio. Dunque è semplice capire che sollevare tutte queste questioni così divisive serve anche a togliere un po’ di attenzione da altri temi più urgenti, che riguardano tutti, su cui il governo è chiamato ad esprimersi urgentemente.

Altre Notizie
Le matricole universitarie sono calate del 3% (prima volta in 5 anni) e ci sono 100mila fuorisede in meno a causa dei costi saliti alle stelle.
Cos’ha che non va il decreto anti-rave.
Morgan al ministero della Cultura.
Un ragazzo italiano che organizza i rave a Berlino 🐻.
Tutti i sottosegretari del governo Meloni.
Il Tweet

Da oltre 10 giorni mille persone sono a bordo di tre navi (Geo Barents, Humanity1 e Ocean Viking) nelle acque del Mediterraneo. Attendono di poter sbarcare in un porto italiano ma il ministro degli Interni non ha dato l’ok all’apertura. Tra queste persone ci sono anche donne, minori soli e bimbi. Su Twitter Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, ha scritto: “Dove dovrebbe andare una nave norvegese? Semplice, in Norvegia…”, rifendosi al fatto che la nave Ocean Viking batte bandiera norvegese.
Sigla
L’ergastolo ostativo non consente ai condannati fine pena accedere ad alcuni diritti quali la liberazione condizionale, il lavoro all’esterno, i permessi premio e la semilibertà. Questo strumento è stato molto utilizzato negli anni della lotta alla mafia per convincere i detenuti affiliati ai clan a collaborare con la giustizia.