Villa Serena
Nelle puntate precedenti: comincia la 19a legislatura, Ignazio La Russa eletto presidente del Senato, Lorenzo Fontana è presidente della Camera, Silvio Berlusconi apre lo scontro con Giorgia Meloni.
Sigla
È già crisi nella maggioranza? Nì. Gli avvenimenti degli ultimi giorni, lo scontro Berlusconi-Meloni, sono stati importanti, segneranno in parte l’immediato futuro del governo, ma non credo che ne metteranno a rischio l’esistenza. Nonostante quest’editoriale sia tradizionalmente umorale credo, altresì, che la base oggettiva su cui ragionare del futuro esecutivo sia questa: nessuno può dire cosa succederà da qui a 5 anni, ma il blocco di centrodestra avrebbe quantomeno l’obbligo di provare a governare e tenere una stabilità nei numeri da qui a fine mandato. Piaccia o non piaccia: se nessuno tradisce l’esecutivo può arrivare fino alla fine della legislatura, cioè fino alle prossime elezioni tra 5 anni.
Alla luce di questo mi sembrava che questa narrazione di una destra così disunita da compromettere il nuovo governo fosse figlia delle opposizioni (partiti e stampa contraria). Giustamente gli avversari, che di certo non sono messi meglio, tentano (tenterebbero) di creare un clima ostile e di dubbio intorno a chi si prepara a governare. In realtà non è stato necessario visto che il comportamento del senatore Berlusconi è andato, ancora una volta, oltre ogni aspettativa.
La scorsa settimana ci siamo lasciati con Berlusconi che manda a quel paese il neoeletto presidente del Senato La Russa, indispettito per l’indisponibilità di Meloni ad ascoltare sé e il suo partito. Nelle ore successive viene fuori una ripresa di la7 che inquadra gli appunti dell’ex premier sui quali c’è scritto: il comportamento di Giorgia Meloni è supponente, prepotente, arrogante, offensivo”.
Berlusconi chiarirà che quegli appunti li aveva presi di suo pugno ascoltando le rimostranze dei suoi parlamentari, desiderosi di essere più coinvolti nelle posizioni cardine del nuovo governo. Il danno però era già fatto, successivamente infatti la Meloni ha dischiarato: “Berlusconi ha scordato di scrivere che sono incorruttibile”.
A questo punto B ha, attingendo impropriamente allo slang romano, ‘sfaciolato’ ovvero si è sbagliato alla grande perdendo la testa. Durante il suo intervento alla riunione dell’assemblea di Forza Italia alla Camera, martedì 18, Berlusconi ha detto: “Ho riallacciato i rapporti con Putin”. A questo punto ci sono due scuole di pensiero:
la prima è che Berlusconi abbia tentato di destabilizzare nuovamente la maggioranza paventando un ritrovato rapporto con Putin, minando la credibilità atlantista (cioè l’essere alleati di NATO e USA) dello schieramento di destra, per la quale tanto si è spesa la Meloni. Il tutto facendo un discorso in un’assemblea chiusa, ma ben consapevole che l’audio sarebbe trapelato;
la seconda è che Berlusconi sta perdendo colpi. Intrattiene o, ancora peggio, simula di intrattenere rapporti sereni con il nemico n.1 d’Europa, se ne vanta in un’assemblea di partito e viene tradito: l’audio viene pubblicato dall’agenzia di stampa LaPresse e la crisi è aperta.
Volendo credere alla prima versione bisognerebbe capire cosa ottiene B da questa mossa. In entrambi i casi infatti la conseguenza è la stessa: Antonio Tajani non potrà essere ministro degli Esteri. Tajani è un membro di Forza Italia, è stato presidente del Parlamento Europeo e ha un curriculum perfetto per la posizione. Ma se il capo del suo partito dice di aver ricevuto 20 bottiglie di vodka per il suo compleanno da parte di Putin, e una lettera ‘dolcissima’, allora Tajani non può andare a parlare di guerra nelle riunioni internazionali.
Andiamo a trovare nonno B
Berlusconi andrebbe dunque fatto accomodare nella comoda poltrona di una RSA, ciabatta al piede, cullato dalle cure amorevoli di una suora infermiera e dalle goccine? Ascoltando il secondo audio pubblicato da LaPresse verrebbe da andare a comprare le vestaglie.
In un sol colpo Berlusconi ha parlato male di Zelensky, tutti i leader europei, ha ripreso le giustificazioni della guerra di Putin. Difficile non prevedere una pioggia di reazioni da tutte le parti e l’invito a mettere Berlusconi e i suoi il più lontano possibile dalle cose che riguardano la guerra e, in generale, l’internazionalità dell’Italia.
Una lancia a favore
A Giorgia Meloni spetterà il compito di tenere insieme tutta questa terra scossa dal terremoto B. I parlamentari di Forza Italia hanno la capacità di far crollare la maggioranza? Sì, così come anche la Lega. Salvini sta a guardare, addirittura si inventa pacificatore, sa di avere una posizione di vantaggio rispetto al partito di Berlusconi.
Qui va fatto un punto per provare in parte a spiegare i malumori di B. La Lega alle elezioni ha preso l’8,8% delle preferenze, Forza Italia l’8,1%. Lo scarto è poco ma si è concretizzato in una rappresentanza parlamentare decisamente più sbilanciata: la Lega ha 96 parlamentari, FI ne ha 62. Non è una grande anomalia considerato quanto detto sul Rosatellum1, la legge elettorale in vigore. Tuttavia Berlusconi sta facendo una gran fatica ad accettare il fatto che politicamente ha meno diritto a riscuotere di Salvini. In più fa fatica ad accettare la Meloni, donna di 45 anni, a dettare gli ordini. Eppure ci si aspetta che le parti si ammorbidiscano e riappacifichino. D'altronde il vespaio che ha sollevato finora va ben oltre quello che forse si sarebbe potuto permettere, se uno vuol credere che anche Berlusconi abbia un senso del limite e che non arriverà mai fino in fondo a far cadere anche questo governo...

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Questa è la storia di una tradizione pazza e folle. Nel 1995 il movimento per la vita presentò questa proposta legislativa: “Ogni essere umano ha la capacità giuridica fin dal momento del concepimento. I diritti patrimoniali che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita”. Maurizio Gasparri, Forza Italia, ha fatto sua questa istanza negli anni e all’inizio di ogni legislatura presenta questa proposta di legge. Lo ha già fatto in altre due occasioni, e anche all’inizio di questa legislatura. Quindi la prima proposta di legge depositata in questo nuovo parlamento è una modifica dell’art. 1 legge 194 del Codice Civile, ovvero il diritto alla procreazione e 'tutela della vita umana dal suo inizio’. In pratica con la modifica proposta da Gasparri si riconoscerebbe giuridicamente questa tutela (questo ‘diritto alla vita’) non al momento della nascita ma a ciò che avviene circa 9 mesi prima. Negando di fatto il diritto all’aborto. Tradizione pazza e folle, l’avevamo detto. Non credo proprio sia un’iniziativa comune del centrodestra, piuttosto uno scherzetto pre-Halloween di Berlusconi alla Meloni per creare subito il primo inciampo della legislatura.
Con il Rosatellum una parte di deputati e senatori è stata eletta ai collegi uninominali, dove vince solo il candidato che prende più voti. Evidentemente, in virtù di un’importanza maggiore nella vecchia legislatura, la Lega avrà potuto scegliere collegi più convenienti o fatto scelte di posizionamento più oculate rispetto a Forza Italia.