A Rimini d'estate
Nell’ultima puntata: l’approvazione della riforma della giustizia alla Camera dei deputati, l’estensione dell’obbligo di green pass a scuola e trasporti, l’hackeraggio ai server della regione Lazio, la questione Montepaschi intrecciata con le elezioni per il seggio di Siena.
Sigla
Rieccoci 🙂. Provare a riannodare i fili dopo due settimane di pausa non è il più facile degli esercizi, soprattutto se le drammatiche notizie estere hanno saturato (giustamente) l’attenzione dei media. Cominciamo quindi da un evento che ha rappresentato la grande panacea della polemica politica settimanale: il meeting di Rimini. Si tratta di un evento organizzato da Comunione e Liberazione1 che si è tenuto dal 20 al 25 agosto e al quale hanno partecipato svariati relatori. I politici, chiaramente, utilizzano questo palcoscenico per inviare messaggi e prendere posizioni. Nei virgolettati dell’ultimo meeting troviamo una buona fotografia della politica italiana nell’ultima decina di giorni.
Bonomi vs Orlando
Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, è stato autore di uno degli interventi più critici nei confronti del governo e non solo. In primis ha attaccato i sindacati per le posizioni contrarie al green pass, una critica che in realtà è giunta anche da altre parti:
“E’ talmente semplice esigere il green pass nelle mense, non so come sia possibile che se ne stia discutendo. E’ la soluzione più ovvia, non c’è da stare a pensarci”, ha dichiarato l’ex segretario generale della Cgil Sergio Cofferati. Lo storico segretario generale della Uil, Giorgio Benvenuto, ha usato parole dello stesso tenore: “Sui vaccini non ci possono essere esitazioni. Serve un’intesa sul green pass per incrementare le vaccinazioni, è una garanzia generale per la salute”. In maniera più dura si era espresso l’ex segretario generale della Cisl Savino Pezzotta: “Sul green pass la posizione del sindacato è sbagliata, non risponde ai princìpi e ai valori del sindacalismo, che sono solidarietà e responsabilità”2.
Bonomi ne ha avute anche per il ministro del lavoro Andrea Orlando e il suo DL anti-delocalizzazioni. Si tratta di un disegno di legge, ancora a livello di bozza, che punta a contrastare il fenomeno dei licenziamenti collettivi e le delocalizzazioni (Gkn, Whirpool, remember?). Bonomi ha criticato alcuni aspetti ritenuti troppo sanzionatori della legge proseguendo l’atteggiamento di opposizione al ministro del lavoro. Il presidente di Confindustria ci tiene spesso a ricordare che critica i provvedimenti, non le persone. Mh. ll dialogo comunque è ancora aperto, il testo di legge non è ancora pubblico e tante altre polemiche hanno da venire.

Caso Durigon
L’epopea Durigon è cominciata addirittura il 4 agosto. In quella data il sottosegretario all’economia Claudio Durigon (Lega) aveva detto che un parco della sua città natale, Latina, avrebbe dovuto tornare a essere intitolato ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce. Il parco infatti, circa due anni fa, è stato intitolato ai giudici Falcone e Borsellino.
Questa affermazione è diventata un’arma politica da utilizzare contro la Lega, il segretario Salvini però ha cercato di difendere il suo sottosegretario a tutti i costi. Va detto infatti che Durigon fa parte di quella classe di politici che ha aderito alla Lega dopo che il partito ha acquisito una dimensione nazionale. Ciò è avvenuto soprattutto su iniziativa di Salvini, che ha trovato in Durigon un proprio uomo di fiducia sotto il Po.
Ad accompagnare alla porta Durigon ci ha pensato il suo ministro, Giancarlo Giorgetti. Propria al Meeting di Rimini il leghista si è pronunciato sul caso: “Un membro del governo – ha detto – si dimette perché lo chiede il presidente del Consiglio o perché glielo chiede il segretario del partito che lo ha indicato o perché glielo suggerisce la coscienza”. Giorgetti rappresenta la corrente leghista più legata alle origini, una Lega non proprio contenta di essere andata in cerca di voti nel centromeridione. Quindi con questo colpo a Durigon ne ha sferrato uno anche a Salvini. Il risultato è stato che il leader padano ha visto venerdì il suo uomo e poche ore dopo Durigon ha rassegnato le sue dimissioni dall’incarico di governo.
Si torna in classe
Chiudiamo con un ultimo capitolo su Rimini e una delle questioni più discusse dell’ultimo periodo: il rientro a scuola. Mancano solo pochi giorni e ci sono ancora dei dubbi da sciogliere. Il governo però ha chiarito che il personale scolastico dovrà mostrare il green pass per entrare nell’edificio. Ci sono ancora 186 mila tra prof e Ata3 che non hanno ricevuto il vaccino, una parte di questi non può riceverlo per motivi di salute, ma queste persone potranno effettuare tamponi gratuiti ogni due giorni. Il ministro dell’istruzione Bianchi, sempre dal meeting di Rimini, ha chiarito che coloro che non effettueranno il vaccino per scelta propria, che non effettueranno i tamponi per avere il green pass, saranno sospesi.
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I 4 principali candidati alle elezioni amministrative di Roma sono Gualtieri, Michetti, Raggi e Calenda. Ciò non toglie che i candidati sindaco effettivi siano molti di più e questa settimana ho scoperto il più improbabile tra tutti: Dr. Giuseppe Cirillo del Partito Buone Maniere. Il cartellone sopra spiega perfettamente l’ambizione del progetto politico: 150 voti. La biografia del candidato però è molto interessante: psicologo e sessuologo originario di Caserta, classe 1963. Nel 2001 si propone alla Camera nelle liste del Partito Radicale; nel 2007 si candida come sindaco di Monza con la lista “Preservativi gratis” (prende 68 voti) e si fa promotore di un referendum per l’abrogazione della Legge Merlin (chiusura case di tolleranza); nel 2019 arriva ultimo alle elezioni regionali in Umbria, un anno dopo ottiene lo stesso risultato in Campania. È conosciuto anche come Dr. Seduction per aver fondato la “Scuola di corteggiamento”, per aver dichiarato di aver avuto rapporti con 270 donne (diversi anni fa), tra cui una suora.
Sigla
Movimento ecclesiale cattolico.
personale tecnico e amministrativo.